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1978 IL TRENO DI JOHN CAGE
Il Duchamp della musica. È spesso stilizzato così, con un unico tratto, il profilo di John Cage, con un’equazione che lo sfronda delle mille diramazioni che ha dato alla sua musica e che la sua musica ha dato a quella degli altri; ma è anche una battuta che in un solo istante accomuna due tra i massimi artisti del Novecento sotto un’unica bandiera: quella della portata rivoluzionaria del loro pensiero estetico, ma ancor più delle loro azioni estetiche.
È infatti con il gesto – o meglio con l’annullamento stesso del gesto artistico – che Fontaine di Duchamp e 4’33” di Cage hanno scardinato le fondamenta dell’arte occidentale, mettendo in crisi, con serissimo dileggio, l’idea stessa di opus: così un orinatoio si ritrova in bella mostra a un’esposizione e un pianista siede per cinque minuti davanti a un pianoforte a “interpretare il silenzio”, ma soprattutto davanti a un pubblico incredulo.
Succede che tra le mille invenzioni di Cage, anche un treno – come già era accaduto a un pianoforte – sia finito vittima delle sue “preparazioni”. E non è un caso che il tutto sia successo in Italia, anzi, in Emilia-Romagna, in un momento in cui (stiamo parlando del 1978) tutta la regione, e Bologna in particolare, stavano vivendo anni d’oro, simboleggiati forse da quel Dams dove tanti pionieri dello studio musicale ben conoscevano il verbo cageiano.
2008: torna il mitico treno “sonoro” per nuovo doppio viaggio da Bologna a Porretta.
 
RACCONTI/INCONTRI
Tra i tanti episodi del 1978, per la loro singolarità devo segnalarne alcuni: