Con
Industrie intensifichiamo parecchio il numero di concerti, soliti
C.S.A., C.P.O.A., C.S.O.A., T.P.O., G.K.L., B.O.H., etc. conosciamo
diversi colleghi con i quali a volte condividiamo il palco. Sicuramente
quelli con cui abbiamo suonato più volte sono DE GLAEN e
ONE DIMENSIONAL MAN che qui approfitto per salutare.
In particolare ce ne fu uno con i De Glaen che ricordo-non ricordo
bene al CPA di Firenze dove ero talmente ubriaco da non poter neppure
suonare il basso; prima Federico e il Merols si erano pure menati,
una seratina coi fiocchi, insomma.
Non so voi, ma noi abbiamo sempre litigato, specie quando eravamo
giovani e ignoranti; comunque anche adesso ci diamo da fare. Se
una cosa non si risolve con la ragione ce la disputiamo a pacche.
Una soluzione a mio parere più democratica di altre dove
buonismo e illuminismo ipocrita fanno da spartiacque. Una sana rissa
serve sempre a stabilire chi è il più forte e di conseguenza
chi deve comandare.
Al termine di Industrie Leo lascia temporaneamente la band, causa
dissapori artistici, gli stessi che ci rimarranno comunque appiccicati
addosso anche dopo il suo rientro.
A sostituirlo arriva Raffaele Lenzi, tizio assai indeciso sul da
farsi, con il quale vinciamo comunque un milioncino nel solito concorso
rock del paesino sperduto di turno, in questo caso Tolentino, MC.
Come si sia potuti mantenere unidentità con questo
marasma di cambiamenti rimane non tanto un mistero quanto una dimostrazione
di forza interiore da parte nostra.
Il nucleo DAgata-Bernardi-Meroli ha resistito e resiste tuttora,
altri avrebbero mandato affanculo tutto da tempo, specie se considerati
da sempre come outsider. Il merito dei miei due compagni sta nellaver
sempre dato il giusto peso alle cose che facciamo, a tenere sempre
conto di chi e dove siamo, delle privazioni da affrontare, della
fatica di far recepire agli altri un discorso come il nostro. Evidentemente
anche a loro piace correre controvento dando unimportanza
pari a zero al concetto di altri. Non ho mai dovuto
pregarli per fare ciò che abbiamo fatto. Certo, qualche scazzo
sul suono, sugli arrangiamenti, sulla linea di marcia; tutto questo
è in fin dei conti normale e, come accennavo prima, risolvibile
a cazzotti.
A me loutsiderismo comunque non dispiace, nel
momento in cui sappiamo tutti che gli Splatter non hanno da invidiare
un cazzo a nessuno, ciò non fa che rafforzare le mie teorie
su ciò che regge lentertainment nostrano: il nulla.
Naturalmente non sto parlando solo per me, credo che questo valga
anche per tutti quelli che conosco e che come noi si muovono in
un ambito morto, One Dimensional Man, De Glaen, Jinx, Crunch, Cardosanto,
Zu e tutti gli altri gruppi appartenenti a questa razza che stranamente
non vuole stare imbrigliata.
Il problema sta nella scomodità che queste bands rappresentano
e ciò che questa scomodità comporta per un certo tipo
di establishment artistico. Per capire meglio ciò di cui
sto parlando cliccate QUI per andarvi a leggere le recensioni sulla
compilation TRACCE della WALLACERECORDS di Mirco Spino.
Secondo voi i One Dimensional Man, messi sul grande mercato, che
altro potrebbero insegnare se non che gli Afterhours sono un gruppetto
al confronto?
Per il mercato che vende questa merda non sarebbe come darsi la
zappa sui piedi?
Il concerto di Amsterdam, sul quale non mi dilungo, è il
motivo del rientro di Leo, Raffaele decide infatti che gli Splatter
non sono propriamente un pic-nic in campagna. Torna la quiete e
con i tre anni successivi un bel numero di DATE.
A Bologna cè un negozio di dischi specializzato in
settori musicali estremi, UNDERGROUND RECORDS, che decide finalmente,
dopo aver prodotto MASSIMO VOLUME, MUMBLE RUMBLE, STEVE PICCOLO
ed ELLA GURU, di produrre il nostro secondo disco.
Nel 1997 andiamo negli studi del CENTRO MUSICA di Modena e registriamo
NUTRIMI su tre Adat, un supporto che io odio profondamente per la
sua eccessiva pulizia e per i suoi odiosi clip. Ci affibbiano anche
un fonico che si mette in testa di fare il produttore e il quale
interpreterà a modo suo il suono degli Splatter sbagliando
su tutti i fronti.
Quello che ne esce, a mio parere, è un disco lungo e complesso
dove il cinquanta per cento dei pezzi suonano come voglio io e il
rimanente cinquanta come vuole laltro.
|
|
Riconoscere
quali pezzi siano i miei e quali no è facile: i miei sono
quelli dove si sente che negli Splatterpink esiste anche un batterista.
Se sono molto attaccato a Industrie per la sua spontaneità
a Nutrimi sono molto legato per via dello spirito che lo pervade,
quello che io definisco lo spirito dei Barkmarket, scuro,
molto doloroso, vagamente osceno. Il periodo in cui compongo i brani
di questo lavoro è piuttosto duro sotto il profilo emotivo;
lo ammetto, la solita storia lunga ed importante che finisce e tutto
il vecchio ed inevitabile dolore che ne consegue
Il 1997 è consacrato come lanno del dj imperante, una
piccola, grande catastrofe per musicisti. Non è un caso se
calano i concerti e lattenzione generale va a farsi fottere;
questo crescendo non ci abbandonerà più fino ad oggi,
i centri sociali trasformati in disco, i dj,s in musicisti, il rock
degli Oasis, il trionfo degli occhialetti quadrati, MTV, la seconda
repubblica; uno sballo, e una sensazione sempre più crescente
addosso come di una nave di pazzi, ridenti ed urlanti in mezzo alla
tempesta devastante che li sta schiacciando sul loro guscio di noce,
fradici e sdentati, in balia delle onde e del vento. I bastardi
bombardano, massacrano a scopi umanitari, con le bombe i più
fortunati, coi machete gli altri; uno sballo, sui quali troneggiano
folli ed idiote le multinazionali, le banche, la tecnologia. Non
hanno forse sempre più a che fare queste tre entità
anche su ciò di cui stiamo parlando qui ed ora? Di questo
qualcosa che dovrebbe essere così etereo e fuori dalle parti,
trasfigurato in un mostro sempre più vuoto, sempre più
forte, con sempre più potere di controllo? Agnelli muove
il mondo. Bush oggi muove il mondo. Madonna e gli U2 muovono, pure,
il mondo.
LAfrica sta morendo infettata da un nostro male. Loro posano
in pelliccia.
Se tocchi un qualcuno di questi, le loro leggi, quelle da loro stessi
create per mettersi al riparo dal resto del mondo, ti fanno scomparire
in un soffio. Sappiamo dovè il potere, ma dove è
andato a nascondersi il dovere? Il nostro dovere, quello che ognuno
di noi dovrebbe prendersi per fare cessare tutto ciò? E in
quale forma dovremmo esercitare questo nostro dovere? Facendo noi
stessi scomparire in un soffio qualcuno? Dal momento che il reato
di apologia non esiste più non ho nessuna remora nellaffermare
che uccidere Berlusconi, Casini, Bush, Gelli e tutta questa cricca
di bastardi sarebbe solo doveroso nei confronti dellumanità
e se mi fosse dato lonore di poterlo fare con le mie mani
ne sarei più che lieto.
Cè una cosa che voglio confessare, qui ed ora, in rete,
a disposizione di milioni di utenti del cazzo: penso seriamente
che il mondo, la società e la comunità tutta di chi
vorrebbe vivere unesistenza senza qualche bastardo in grado
di farti sputare merda, starebbe molto meglio se ci si riducesse
di almeno quattro miliardi; è per questo che mi sono fatto
tatuare un simbolo di pericolo di contagio sul braccio. Spero in
un virus che sia abbastanza intelligente da sterminare tutti i bastardi,
i politici, gli industriali, i generali, tutti i capi di stato,
i loro lecchini e portaborse e tutta la corte di buffoni, puttane,
parassiti, faccendieri e giocolieri che gli gravitano intorno. Se
loro ci sono riusciti con laids per noi cè ancora
qualche speranza che ciò riaccada ma in senso contrario e
se ciò non dovesse avvenire è utile ricordare che
anchessi sono fatti di carne, sangue e merda come qualsiasi
altro essere umano e quindi anchessi ATTACCABILI.
Esistono molte maniere per eliminare qualcuno e farla franca, del
resto loro questo ce lo hanno insegnato e tuttora ce lo stanno insegnando
benissimo, con le loro stragi di stato, i loro poteri occulti, i
loro servizi deviati.
Da tempo coccolo unidea: quella di spedire contro Montecitorio
un piccolo jet radiocomandato imbottito di tritolo, non sarebbe
fantastico? Spero che ci sia qualcuno fra di voi che colga questa
mia proposta come unilluminazione.
Nutrimi è un concentrato di tutto ciò ma come al solito
quello che la gente vede non è mai posto troppo in profondità.
Ciò che la gente oggi vede è ciò che alla gente
piace vedere; un enorme pallone vuoto e puzzolente popolato da personaggi
grotteschi, fedele specchio della loro esistenza.
Il fatto saliente del 1997, oltre alla pubblicazione di Nutrimi
è la nostra partecipazione alla Biennale dei Giovani Artisti
svoltasi a Torino (fosse almeno stata unedizione fuori dallItalia),
una buffonata colossale, tipica di quando gli assessorati locali
e la politica si mischiano alla musica ed alla sua presunta promozione.
Unambito pomposo e pretenzioso, uno spreco di fondi enorme,
unorganizzazione sballata al punto da fare suonare dei gruppi
hard core sconosciuti in una discoteca di Torino grande quanto un
campo da calcio. Gli unici fattori positivi erano lalbergo
e le fighe.
Il Merols mi ha chiesto, nel momento di stesura di questa menata,
di parlare un po di ciò che abbiamo fatto,
come se non lo stessi facendo, per cui parlerò un po
di lui.
Se cè una cosa che ammiro nel Merols è laver
imparato la lezione del dj imperante prima di tutti noi costruendo
un management atto a muovere proprio tutto ciò che ci sta
facendo morire.
Io questo non lo chiamo calare le braghe, lo chiamo semplicemente
sopravvivere, del resto non avrei nemmeno io nessuna esitazione
a formare un gruppo merdoso di lounge music per tirare
a campare, se solo fossi in grado di farlo. Tutte le volte che ideo
un progetto però questo si rivela sempre più estremo,
sempre più difficile. Non so se questo sia da considerarsi
unattitudine o una maledizione, è solo che certe volte
provo solo un forte senso di nausea verso i compromessi; il segreto
sarebbe non considerare un compromesso unoperazione di questo
genere ma crederci fermamente. Ma chi sono io per poter credere
alla serietà di un gruppo di persone venute in un locale
solo per massacrarsi di cocktails, chiavare più fighe possibile
e non ricordarsi nemmeno chi o cosa ha visto la sera precedente?
Il fatto è che se mi fanno incazzare i cosiddetti ambienti
underground è perchè ormai si sono fusi con quegli
ambienti sui quali prima avremmo tutti cagato più che volentieri
e che ora ci ritroviamo a dover condividere per noia o per non dover
pensare più di tanto. Del resto lopera di seduzione
delle multi nei confronti di quelli che prima facevano tanto gli
incazzati e gli alternativi è andata veramente a buon segno
ed ora ci ritroviamo con una schiera di buffoni in più che
credono ancora di fare controcultura proponendo la stessa merda
contro le quali hanno combattuto per anni. |
|
1999. Il grande Leo e gli Splatterpink
si separano definitivamente. A me piacciono, ho già detto
prima, i batteristi che alloccorrenza sanno anche suonare
rock, cosa che Leo non sa o non pur o non vuole fare.
Preferisco rimanere orfano nuovamente di batterista che non trascinarmi
dietro situazioni di incomprensioni e sclero ed affidarmi a qualcosa
di nuovo, sia esso un pacco o no, del resto dove andrebbe a finire
tutta la nostra determinazione se non si verificassero anche questioni
di questo genere? Troviamo Christian Rovatti, un buon batterista
ma con unidea tutta particolare di come si entra in una
band; con lui registro #3 e formo il mio attuale progetto spaccaossa,
i Testadeporcu, un duo basso-batteria di cui accennavo prima.
La prima ragione per cui trovo questo lavoro soddisfacente è
che nonostante vi sia stata una produzione esterna mi è
stato permesso di registrare e mixare in completa autonomia senza
fonici scassapalle intorno; il registratore che ho usato è
il solito Fostex a nastro ed io mi sono riscoperto sempre lo stesso.
Non me ne sbatte un accidente delle regole, nè degli hard
disk, nè di supporti digitali. Cè chi dice
che registrare con tutte le tracce in rosso sparato sia uno dei
peccati più mortali che un fonico possa fare; questo forse
va bene per gli studi e i fonici di Vasco Rossi o Carmen Consoli,
invece il segreto della potenza è quasi tutto qui, nel
registrare alto e se ti piace la distorsione altissimo.
La seconda ragione è lo spirito con cui è stato
concepito #3, molto più vicino a Industrie Jazzcore che
non a Nutrimi, molto più corto e sporco, un po meno
doloroso.
Al termine di queste registrazioni Christian lascia la band. In
effetti suonare in due formazioni con la stessa base ritmica e
gli stessi intenti può creare un conflitto dinteressi
notevole per cui abbiamo preferito continuare assieme nei Testadeporcu
e lasciare il peso della batteria degli Splatter ad Ivano Zanotti,
un furioso diciannovenne dalla pacca tosta e piuttosto disinvolto
fra rock e musica contemporanea.
Faccio fatica a descrivere cosa mi ha mosso nello scrivere le
liriche di questo cd, questa è una cosa che comincio ad
intuire solo dopo un annetto di distanza dalla sua realizzazione,
in realtà allinizio non so mai di che cosa sto scrivendo
esattamente, credo si tratti di un qualcosa legato alla corruzione,
al sesso, al potere, alle solite cose splatter, ma non posso dirlo
ancora con precisione, del resto se volete dei significati cercate
di scoprirveli da soli, vi giuro che è più divertente.
Cè una cosa che sicuramente so: questo è uno
degli anni peggiori per fare uscire un disco che non sia reggae,
se poi il disco in questione è il nostro la rovina è
assicurata.
Se volete contattarci sarei lieto di sollevare una questione:
ma che cazzo ha la gente da ascoltare reggae tutte le sante sere?
Gli piacerà veramente? Lo fa per noia? Per rimorchiare
più studentesse? Pensa veramente che una città sporca
e malata sia unisola felice? Che un locale di cemento puzzolente
possa celare una qualche spiaggia proibita? Che fumare cannoni
sia ancora un atto liberatorio? In realtà di liberatorio
nel reggae, specie se ascoltato dove le palme e le spiagge stanno
solo su cartelloni alpitour, non cè un cazzo. Solo
una noia mortale, lo stesso pezzo riproposto per ore.
Vi faccio una domanda: avete mai osservato attentamente le facce
di tutti quelli che stanno ballando reggae? Facce spente, vuote,
vi si legge di tutto fuori che divertimento, semmai vi si legge
lobbligo. Ve lo dico in quanto vivendo in una città
praticamente messa in ginocchio dal reggae tutto questo lo puoi
constatare facilmente.
Trovandoci quasi in conclusione mi sono accorto che ho solo scritto
di ciò che mi fa cagare, potrei farvi una lista lunga così
della musica o delle cose che amo ma sarebbe una cosa abbastanza
sterile per cui preferisco compattare tutto ciò in un solo
concetto: amo tutto ciò che fa pensare ma che soprattutto
non fa dimenticare.
Dedicato quindi a tutti gli amanti del reggae lancio una chicca
veramente politically uncorrect: IL REGGAE FA VOMITARE E VI STANNO
PIGLIANDO PER IL CULO.
Ok, con questo monito e da questo punto in poi, 15 Marzo 2001,
non posso più andare avanti, il futuro lo stiamo facendo
ora e dovrei avere facoltà di chiaroveggenza per potervi
dire se ci sarà o no un nuovo batterista, se gli Splatter
andranno avanti ancora per anni o se ci si scioglierà domani.
Non sono molto forte nelle conclusioni, ai nostri fan o a chi
è arrivato fin qui sono lieto di poter affermare con certezza
che sarò molto felice di non farmi vedere in giro con una
band di cover per sbarcare il lunario o suonare il basso con qualche
innominabile talento pop; cè solo una band per la
quale muoverei volentieri il culo e di cui farei delle cover:
gli Husker Du.
Ancora adesso mi sparo Warehouse o Zen Arcade a tutto volume con
le lacrime agli occhi, come un ragazzino, ed ai ragazzini voglio
solo dire: non dimenticateli o andateveli a scoprire, gli Husker.
With love.
Diego DAgata.
|
|