Siamo noi l'Italia peggiore, la feccia della societa' e il disonore delle nostre famiglie? Siamo noi la prova tangibile di un mondo in declino e di una comunita' allo sbando? Siamo noi l'esempio calzante a cui contrapporre cio' che e' bello, bravo e giusto? Siamo noi i cattivi in questa sceneggiatura banale e scritta male? Se aiuta a sentirsi meglio, volentieri. Dopo un lustro da turisti abbiamo deciso di tornare a casa, parcheggiare il furgone e scrivere una recensione sul nostro viaggio: le persone che abbiamo incontrato, i luoghi che abbiamo attraversato, quello di cui ci siamo nutriti e quello che dentro di noi e' cambiato. Questa e' quella che molti considerano l'Italia peggiore. Il paese dei giovani sfaccendati, degli eterni ragazzi a casa di mamma, dei pericolosi ribelli con mire terroristiche, degli artisti che impietosiscono perche', anche loro, sono giovani disoccupati. Siamo noi l'Italia peggiore, e' una questione di punti di vista.
"L'Italia peggiore" segna il ritorno a poco piu' di due anni da "Turisti della democrazia", dopo un tour di 200 concerti e otto mesi lontani dai palchi. E' stato anticipato dal singolo "C'eravamo tanto sbagliati" che ha raggiunto il primo posto nella classifica italiana i-tunes. L'album e' uscito il 2 Giugno: una data di uscita non casuale e' quella del giorno in cui si celebra la Festa della Repubblica in Italia; proprio per il suo significato e le sue forti connotazioni patriottiche, a cui si contrappone, con ironia pungente ma nient'affatto avulsa dalla realta', il titolo del disco: "L'Italia Peggiore". Un album che parla del nostro paese, delle sue contraddizioni e delle sue piccole e grandi ipocrisie.
"L'Italia peggiore" e' un disco lungo e vario: 14 brani che mostrano l'eclettismo della band e del collettivo Garrincha, che vi ha partecipato. C'e' piu' rock che in passato ("Senza macchine che vadano a fuoco", "La rivoluzione non passera' in tv", "C'eravamo tanto sbagliati", "Piccoli incendiari non crescono", "Io, te e Carlo Marx") ma c'e'anche tanta elettronica ("Il sulografo e la principessa ballerina", "Linea 30"), c'e' il reggae ("La musica non e' una cosa seria") e anche lo Ska ("Forse piu' tardi un mango adesso"). C'e' tutto l'amore per il teatro canzone ("Te per canzone una scritto ho", "In due e' amore in tre e' una festa"), c'e' un divertissement registrato in presa diretta in un momento di pazzeggio ("Amore Dozzinale") e poi ci sono due pezzi che raccontano ed ironizzano sul nostro tempo ("Questo e' un grande paese", "Instant classic").
In questo secondo album, come sul palco accadeva gia' da tempo, tutti e cinque ci hanno messo la voce, caratterizzando fortemente ogni momento del disco: Bebo racconta "Linea 30", Checco canta e suona l'ukulele in "La musica non e' una cosa seria", Albi strilla in "Forse piu' tardi un mango adesso" e Carota ci mostra il suo bellissimo timbro in "Amore Dozzinale". Come se non bastasse, altri tre illustri ospiti sono venuti a dar loro una mano: Piotta e Max Collini (Offlaga Disco Pax) in "Questo e' un grande paese" e Caterina Guzzanti in "Instant Classic". La produzione, come per i precedenti lavori, e' nelle mani di Matteo Costa Romagnoli, fondatore di Garrincha Dischi e Francesco Brini (Frank Agrario), titolare di Mozzarella Records e da anni collaboratore degli inglesi Swayzak.
01 Senza macchine che vadano a fuoco, 02 C'eravamo tanto sbagliati, 03 La musica non e' una cosa seria, 04 Questo e' un grande paese (con Piotta), 05 Piccoli incendiari non crescono, 06 Il sulografo e la principessa ballerina, 07 Forse piu' tardi un mango adesso, 08 La rivoluzione non passera' in tv, 09 Te per canzone una scritto ho, 10 Io, te e Carlo Marx, 11 Amore dozzinale, 12 Istant classic (con Caterina Guzzanti), 13 In due e' amore, in tre e' una festa, 14 Linea 30
Matteo Costa Romagnoli, Francesco Brini