"How many grapes went into the wine" is the perfect subtitle of this Album, where some of the most famous songs from Brian Eno have been rearranged by Popoli Dalpane Ensemble in an acoustic and instrumental fashion. It’s the perfect soundtrack for meditating in front of a glass of wine
Bass Guitar-Enrico Mazzotti
Clarinet, Saxophone, Arranged By Marco Zanardi
Drums-Claudio Trotta
Piano, Accordion, Synth, Arranged By Marco Dalpane
Piano, Synth, Electronics [Laptop], Arranged By Tiziano Popoli
Violin-Alessandro Bonetti
Me lo chiedevo da qualche anno: com'e' possibile che nessuno ci abbia ancora mai pensato, finora? E mi rispondevo: perche', ammettilo, e' un po' una str... una banalita' abbinare Brian Eno e il vino, approfittando del fatto che il prefisso derivato dal greco oinos, vino, si scrive esattamente come il cognome del piu' musicista fra i non-musicisti.
Sara' venuto in mente a tanti, ma tutti si saranno detti: e' proprio una str... appunto, una stupidata. Pero', vedete, io sono fatto cosi' (sono fatto male, lo so): quando un titolo mi piace, voglio riempirlo di qualcosa. E ho cominciato a pensare che una rilettura strumentale acustica o semiacustica delle canzoni di Brian Eno sarebbe stata il perfetto complemento per assaggi di vini nelle cantine, nelle enoteche, e insomma dovunque il vino sia apprezzato anche come fatto culturale oltre che come bevanda consolatoria, gratificante, inebriante ("nunc est bibendum, nunc pede libero pulsando tellus": non scrisse cosi' Orazio? e prima di lui Alceo non aveva scritto "nun ore mezisTen", "ora bisogna ubriacarsi"?).
Insomma, come spesso mi capita ho cominciato a cercare giustificazioni e complici. Il primo complice l'ho trovato in Oderso Rubini: uno che quando gli racconto qualche str... stupidata delle mie non mi manda al diavolo (non immediatamente, almeno). E Oderso mi ha segnalato una banda di matti - la banda di musicisti matti che suona in questo disco.
Per via di giustificazioni, frugando qua e la' ne ho trovata una meravigliosa, che quasi non ci credevo: ho scoperto che Stafford Beer, studioso londinese e teorico della cibernetica scomparso nel 2002 il cui "dynamic model of non-hierarchic self-organisation" era molto apprezzato appunto da Brian Eno, aveva pubblicato nel 1994 una ponderosa raccolta di saggi e scritti intitolata "How Many Grapes Went into the Wine".
Serviva un sottotitolo colto e intellettuale, per far accettare un titolo costruito su un banale gioco di assonanze fonetiche? Trovato!
Il resto e' andato da se': la scelta dei pezzi, tutti tratti dai primi quattro dischi da solista di Brian Eno (quelli piu' "canzoni", in genere), le prove, e finalmente questo disco.
Sono contento che esista, questo disco. Non trovate anche voi che il titolo e il sottotitolo siano bellissimi?
(anche la musica, certo, come no? ma sapete, io di musica ne capisco poco...)"
Franco Zanetti
1.St.Elmo's fire 4.17 2.Put a straw under baby 3.18 3.Golden Hours 3,32 4.By this river 3.42 5.Driving me Backwards 5.30 6.I'll come running 3.13 7.Third uncle 5.04 8.Back in judy's jungle 4.32 9.The fat lady of limbourg 4.46 10.Sky saw 4.37 11.Baby's on fire 5.50 12.On some faraway beach 5.37 13.China my China 4.31 14.Needles in the camel's eye 6.48
Oderso Rubini